| Pirate Bay bloccato in Italia
I provider si stanno adeguando uno dopo l’altro a un provvedimento del gip di Bergamo. Un filtro ad ampio raggio, il più grande della storia della Internet italiana
The Pirate Bay, il più noto sito di torrent, oltre che organizzazione che promuove il peer to peer e la libertà di espressione su Internet, è stato bloccato in Italia. Da qualche giorno gli utenti che si collegano dall’Italia non possono accedervi, perché i rispettivi provider Internet stanno mettendo in atto una richiesta di filtro del sito e dei relativi Ip, contenuta in un provvedimento del gip di Bergamo. Lo stesso che giorni prima aveva bloccato Colombo-bt, noto sito italiano di torrent. La Guardia di Finanza di Bergamo ha iscritto al registro degli indagati quattro persone, per violazioni alla normativa del diritto d’autore. I quattro sono definiti “responsabili del sito”, nel comunicato della Guardia di Finanza.
È un evento inaudito, in Italia ma anche in Europa o in Nord America: mai era stato fatto un blocco a tappeto di un sito così popolare e internazionale. Si tratta di un sequestro a scopo cautelare, mentre andrà avanti solo nei prossimi mesi l’effettivo procedimento legale. Come My Tech ha potuto apprendere da fonti vicine al provvedimento, ai provider è stata richiesta un’azione molto ampia, più del solito. Non solo il blocco a livello Dns (facilmente aggirabile), ma anche degli Ip; non solo per Pirate Bay, ma anche di altri siti che dovessero sorgere per reindirizzare il traffico. Così risulta bloccato anche Labaia.org, sito che quelli di The Pirate Bay avevano messo in piedi appunto per aggirare i filtri. I provider si stanno adeguando con celerità- risulta che l’abbiano già fatto Telecom Italia, Fastweb e Wind, tra gli altri. Tutti però, con i propri tempi tecnici, si dovranno adeguare alle richieste del gip.
È solo questione di tempo perché The Pirate Bay diventi inaccessibile dall’Italia- a meno di usare espedienti non alla portata di tutti, cioè connettersi tramite Tor o un proxy. The Pirate Bay inoltre promette di acquistare altri ip, per evitare il blocco. Anche questi ultimi, però, potrebbero essere bloccati dai provider. La notizia è così inedita da attirare commenti un po’ ovunque, sul web internazionale. Visto che il processo andrà per le lunghe, però, la sola speranza di riavere l’accesso al sito in tempi brevi è nel ricorso che The Pirate Bay intende depositare contro il provvedimento italiano.
Nel frattempo la vicenda solleva domande su come sia facile bloccare un sito Internet, in Italia: con la leva del blocco a scopo cautelativo, prima che il processo abbia termine o soltanto inizi. Un sito che- ricordiamolo- non faceva pirateria diretta e sulle cui responsabilità non c’è ancora certezza giuridica. Lo stesso destino finora in Italia l’hanno subito i blog accusati di diffamazione. Ora per la prima volta tocca a un sito internazionale. Quale sarà la prossima vittima: Google, magari per una denuncia a Google News da parte di un editore?
Scritto da Giulio Boresa
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