Pirateria, tempi bui per i siti di link

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AquiliferY™
CAT_IMG Posted on 13/8/2008, 07:14




Pirateria, tempi bui per i siti di link

Il fenomeno è in espansione, come alternativa al peer to peer, e già riceve in Italia l’attenzione delle forze dell’ordine: siti dove community di utenti registrati si scambiano musica (o film o giochi) pubblicando link su un forum privato. I link danno accesso diretto al contenuto, che staziona su server di hosting come quelli di Rapidshare, Megaupload e Cyberlockers.

Prima vittima italiana eccellente c’è stata ieri: la Guardia di Finanza ha sequestrato Downrevolution.net, su segnalazione delle major. Ci sono state quattro persone denunciate e 17 computer sequestrati, che erano posti in un locale di Sesto San Giovanni, dove veniva gestito il sito. Si parla di un giro di circa 6mila file e 30 mila utenti, che hanno fatto in tutto 500mila download nei mesi di vita di questa community. I post con i link erano mimetizzati all’interno di quello che la Guardia di Finanza definisce “falso forum di discussione”.

Ad aggravare la situazione, oltre alla grande popolarità del sito e all’ingente numero di link, il fatto che c’erano opere “di recentissima pubblicazione- scrive la Guardia di Finanza- o addirittura non ancora vendute tramite i canali ufficiali (opere ancora in proiezione esclusivamente nelle sale cinematografiche, CD musicali di recentissima pubblicazione e Serie TV in onda solo su TV “Pay per View” quali Sky e Mediaset Premium). A mero titolo di esempio l’opera “Safari” del noto artista Jovanotti era stata oggetto di ben 1.021 download illeciti”. Ulteriore aggravante per i gestori: richiedevano donazioni dall’utente (al solito in cambio di privilegi nel download), il che apre gli estremi di pirateria a scopo di lucro.
Resta in piedi invece il sito dove si parla di Downrevolution.net.

«Questo era uno dei siti più popolari in Italia, tra quelli basati su link diretti a file illegali», dice a Mytech Enzo Mazza, presidente Fimi (Federazione industria musicale italiana). «Questo tipo di siti qui sono un bel problema, perché organizzano e linkano in maniera accurata», aggiunge.
Possono essere quindi più pericolosi per l’industria- e più interessanti per l’utente pirata- rispetto al normale peer to peer: perché consentono di trovare con più facilità quello che si cerca e di scaricarlo senza attendere troppo e senza pause. Nel peer to peer, invece, capita di dover completare un download nell’arco di molti giorni, perché chi lo condivide va offline.

Di contro, però, questi siti, proprio per la loro natura organizzata, rischiano di essere con più facilità bersaglio delle forze dell’ordine. E possono passare guai giudiziari anche gli utenti registrati, se nei log del sito ci sono elementi sufficienti a individuarli. Lo stesso avviene con quei siti che organizzano link a torrent e che sono quindi associati a sistemi peer to peer: ha fatto storia la chiusura di Oink.me, dove non solo il gestore ma anche alcuni utenti sono stati denunciati. Per questo tipo di siti, l’unico modo per evitare i guai è essere poco visibile; cosa impossibile se diventano troppo popolari. È il problema della coperta troppo corta: perché hanno bisogno di essere abbastanza popolari per avere un numero adeguato di link. Almeno, una buona idea per passare più inosservati sarebbe evitare di condividere le pre-release, che è quanto fa arrabbiare di più i produttori di contenuti.


Scritto da Giulio Boresa
 
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Cappuccetto_Rosso™
CAT_IMG Posted on 13/8/2008, 19:15




Il futuro è ormai imbarcato nella direzione di rendere legale il web, come è giusto che sia.
 
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CAT_IMG Posted on 14/8/2008, 10:06

-**

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Comandante
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2,611

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E' vero questo. Ma sono sicuro che si inventeranno un altro metodo p2p. Statene certi eheh
 
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{SPQR}_S0kr4t3s™
CAT_IMG Posted on 7/10/2008, 20:29




evviva!
 
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3 replies since 13/8/2008, 07:14   31 views
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